§ 71 Santi e Superuomini

Forse perchè stanchi e appagati nella lettura di “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer si tende a trascurare l’ultimo paragrafo, il n.71.
“…le nostre cosiderazioni c’indussero a vedere nalla santità perfetta la negazione e il sacrificio del volere, tendenti a una liberazione definitiva dal mondo e dai suoi dolori: il risultato logico e finale non può dunque essere, per noi, che il passaggio nel vuoti inane del nulla. ….Se,  tuttavia, si volesse comunque avere un’idea positiva di ciò che la filosofia non può esprimere che in maniera negativa, con il termine di negazione della volontà, non ci sarebbe altro mezzo che riportarsi a ciò che provano coloro che giunsero a una completa negazione del volere, a ciò che si designa col nome di estasi, di rapimento, d’ illuminazione, di unione con Dio ecc.; ma un simile stato non si può propriament chiamare conoscenza, poichè non ammette più la forma della distinzione fra soggetto ed oggetto, e non appartiene che all’esperienza personale; è assolutamente impossibile comunicarlo agli altri.”
 
Schopenhauer crede che attraverso l’ascesi, radicale negazione di tutto ciò che è il comune buon senso del vivere, si giunga a una così profonda negazione di sé da cadere nel nulla.
Ma dice che chi cade nel nulla vien raggiunto da una luce al cui cospetto questo sole che brilla sulle nostre teste è una pallida ombra. (Aggiungo io che questa luce è intrisa di verità all’ennesima potenza.)
Però, dice, io non ne posso parlare e si ferma. “E’ bene, quindi,  che si meditino la vita e gli atti dei santi….” afferma nelle ultimissime righe della sua opera più famosa ed importante.

Nietzsche vuole, al contrario, che sia una sorta di “volontà di potenza” (volontà di volontà) quella che realizza il valore nuovo che segue la radicale negazione di questi valori di cui siamo tutti noi partecipi.              Una radicale negazione/distruzione che cosentirà a chi l’avrà fatto di trasformarsi qualitativamente.
Ma non perchè c’è già una luce che aspetta chi ha realizzato la negazione com’è nel caso di Schopenhauer, peraltro situazione appena indicata, appena accennata.
Ma sarà lui stesso che avrà realizzato la più radicale negazione in sé stesso di tutti i valori abitualmente dati per scontati che realizzerà sé stesso nel senso di una umanità superiore, il Superuomo.

Superfluo aggiungere a chi va’ la mia preferenza.
Un’ulteriore sviluppo di questo tema lo si può trovare nel mio blog, il primo articolo, “Alle radici del relativismo”

 

§ 71 Santi e Superuominiultima modifica: 2010-06-07T17:44:00+02:00da allan11
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