Il pensiero donante

Un nuovo orizzonte idolatrico del divino, che si ritrova, appunto, nella
volontà di potenza come valore assoluto del nostro tempo pervaso di
nichilismo.

Al di là dell’idolatria propria della metafisica, anche in questo caso è
dunque all’opera un’altra idolatria, propria del pensiero dell’Essere in
quanto tale”

A questa pars destruens, in Dio sensa essere  faceva seguire una pars
costruens, in cui si proponeva di pensare Dio con il termine di “amore”
(agape).

Dio (è) agape” (1 Gv 4,8), per poi essere elaborato concettualmente in
termini di “dono” e di “donazione”.

Un “pensiero del dono”

Fenomenologia del dono-amore assoluto

Riduzione fenomenologica”. Questa consiste, com’è noto, nella messa tra
parentesi, o epoché (sospensione), del giudizio di esistenza circa ogni cosa
data per ovvia nel nostro atteggiamento naturale rivolto al mondo, onde
ottenere, tramite un’originale ripresa del dubbio metodico cartesiano, di
raggiungere il darsi dei fenomeni nella loro assoluta ed indubitabile
originarietà e purezza.

 Tale “riduzione” non dovrebbe limitarsi ad assicurarsi del fenomeno come
“oggetto”, così avrebbe fatto Husserl, e neppure solo del fenomeno come
“ente” o “essere”, così avrebbe fatto Heidegger, bensì “aprire un varco ad
una determinazione ancora più originaria del fenomeno, il “dato” (le donné)”
Questa tesi veniva concentrata nella formula “Autant de réduction, autant de
donation”, tradotta in italiano con “tanta riduzione, quanta donazione”.
Traduzione che noi preferiremmo lasciare nell’indeterminazione del primato
tra donazione e riduzione, propria del testo francese, usando la formula
italiana “tanta riduzione, altrettanta donazione”.

Riduzione e donazione,  ne sintetizza bene il tema di fondo se non la tesi.

La lettura spontanea e sapiente di “ente dato” moltiplica “ente” e dimentica
interamente “dato””
Dandosi di fatto, il “dato” attesta quindi la sua “donazione” e lungi dall’irrigidirsi
in un “ente” o nell'”essere”, sottomette anche l’essere (del verbo) alla sua
donazione.

“Nel Dato che, dunque, ciò che viene esposto è il “dato” affrancato dall’istanza
dell’essere che materialmente non viene più mostrato”

Dato e donato

Alla base del “dato” vi è sempre una “donazione”

Nella visibilità del dato contiene un rimando alla donazione che pur rimane,
come tale, invisibile

E cioè, che cosa non mostra il dato, mostrandosi? Il suo carattere
proveniente dal dono, dalla donazione, ossia il suo carattere di donato”

Non affrontare la Rivelazione nella sua pretesa di verità effettiva, ma solo
nel suo concetto, come possibilità, di fatto come la possibilità ultima, del
paradosso dei paradossi della fenomenalità.

“Quando diciamo che la donazione ridotta non chiede alcun donatore per il
suo donato, non stiamo insinuando che essa reclami un donatore trascendente;
quando diciamo che la fenomenologia della donazione oltrepassa per
definizione la metafisica, non sottintendiamo che questa fenomenologia
restauri la metafisica; e quando infine opponiamo alla soggettività
trascendentale la figura dell’adonato, non suggeriamo che il soggetto
rinasca dalla donazione”

Il pensiero donanteultima modifica: 2010-06-03T01:13:26+02:00da allan11
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