DSM3 History

DSM I (1952)
L’omosessualità è classificata ne “I disturbi sociopatici di personalità”
presupponendo con questo una volontà da parte degli omosessuali di opporsi
alla società e alle tradizioni morali.

DSM II (1968)
L’omosessualità considerata una deviazione sessuale, come pedofilia,
necrofilia, feticismo, voyeurismo, travestitismo e transessualismo.
Qui è inserita come deviazione sessuale nella categoria “altri disturbi
mentali non psicotici” assieme alla pedofilia ecc.

DSM III (1974)
L’omosessualità è rimossa come categoria diagnostica ribattezzata
“omosessualità egodistonica” (egodistonica = in distonia con il proprio Io;
egosintonica = in sintonia con il proprio Io).
Nel 1973 la commissione di 13 componenti dell’APA decise unanimemente di
rimuovere l’omosessualità egodistonica dalla lista dei disturbi
psicosessuali. Il documento dell’associazione psichiatrica americana
dichiarava: “l’omosessualità in sé non implica più un deterioramento nel
giudizio, nell’adattamento, nel valore o nelle generali abilità sociali o
motivazionali di un individuo”. La decisione destò numerose polemiche. Su
proposta di Charles Socrarides e Irvinng Bieber, venne sottoposta a
referendum e una maggioranza pari al 55% degli iscritti all’APA si espresse
in sintonia con la commissione. Venne perciò introdotta la distinzione tra
omosessualità egodistonica ed egosintonica che venne inserita ufficialmente
nella terza edizione del DSM pubblicata nel 1974. L’omosessualità veniva
considerata una malattia nella sola versione “egodistonica” e includeva due
criteri diagnostici:
– l’individuo lamenta che il suo eccitamento eterosessuale è
persistentemente assente e ciò interferisce con il suo desiderio di iniziare
o mantenere relazioni eterosessuali
– esiste una consistente configurazione di eccitamento omosessuale che
l’individuo esplicitamente definisce come indesiderata e come persistente
fonte di stress.

DSM III-R (1987)
Viene derubricata anche l’omosessualità egodistonica. L’egodistonia è data
dall’interiorizzazione dell’ostilità sociale. (Silverstein, 1977).
Quindi tredici anni dopo l’APA ha eliminato anche l’omosessualità
egodistonica dall’edizione riveduta del DSM III-R in quanto tale categoria
diagnostica poteva far pensare all’omosessualità come a qualcosa di
“patologico in sé”, interpretando il disagio egodistonico come un processo
evolutivo e non come sindrome a se stante. Nel DSM-IV pubblicato nel 1994 la
posizione è rimasta inalterata.

Dal 1968 gli attivisti omosessuali manifestavano alle riunioni della
“Commissione Nomenclatura” dell’APA, chiedendo e infine ottenendo di
partecipare agli
incontri. Da quel momento il dibattito scientifico fu sostituito da
discussioni di carattere ideologico che sfociarono nel 1973 nella decisione
di mettere ai voti la questione. Ebbene sì: l’omosessualità fu derubricata
dai manuali statistici grazie a una votazione: 5.816 voti a favore e 3.817
contro!

 

E questo libro sarebbe il “capolavoro” si cui si basa tutta questa buffonata

Notate solo la “serieta” del titolo :

http://snipurl.com/cnq8w

DSM3 Historyultima modifica: 2010-06-04T17:10:00+02:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo