Nietzsche, genio e banalità

Il mito di Dioniso racconta dell’uccisione di quel dio, , che è un bambino,
attraverso lo “sparagmòs”, la vittima fatta a pezzi,  e l'”omofagia”, la
vittima divorata cruda, ad opera dei Titani, a cui segue la reazione di
Giove che uccide i Titani e fa resuscitare il bambino.

Per inciso va ricordato che conseguentemente, Giove, dai brandelli dei
Titani fa gl’uomini che son quindi contemporaneamente VIOLENTI, causa la
natura titanica, e DIVINI causa il dio che avevano appena divorato.

Quindi nel mito di Dioniso è presente il momento della morte violenta
seguita da resurrezione, proprio come nella storia di Gesù, che per
Nietzsche non è storia ma mito, questo va da sè.

Ma i due casi, quello di Dioniso e quello di Cristo, non sono affatto
simili.  Il fatto che si tratti in entrambi i casi di “martirio”, cioè di
vittime uccise dalla VIOLENZA umana, può trarre in inganno, ma la differenza
c’è ed è essenziale.

Nel caso di Dioniso si ACCETTA la violenza della vita nei suoi  meccanismi
vittimari; nel caso di Gesù la si RIFIUTA

“Dioniso contro il Crocifisso; eccovi l’antitesi. Non è una differenza in
base al martirio – solo esso ha un’ALTRO SENSO.  La vita stessa, la sua
eterna fecondità e il suo eterno ritorno determinano la sofferenza, la
distruzione, il bisogno di annientamento… Nell’altro caso il dolore, il
Crocifisso in quanto INNOCENTE” valgono come OBIEZIONE contro la vita, come
formula della sua condanna.” *

“La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie – è dura,
è piena di auto superamento, perchè abbisogna del SACRIFICIO dell’uomo. E
questo pseudo umanesimo che si chiama cristianesimo vuol giungere a far sì
che NESSUNO VENGA SACRIFICATO” **

Ora, che conclusioni si traggono da tutto questo ?
Che Nietzsche ha colto perfettamente il NUCLEO psicologico dell’Uomo, la
VIOLENZA di cui sono impregnati, ma lo sviluppa BANALMENTE, non facendo
altro che ricoprire solamente con parole nuove e altisonanti quello , che in
realtà, è sempre stato fatto da tutti e dappertutto e non facendo altro che
perpetuare le radici di tutte le guerre.

Cristo, viceversa, RIVOLUZIONA autenticamente il tutto e se, evitando la
malafede di crociate e inquisizioni, lo si guarda con occhi attenti, se ne
coglierà molto facilmente l’autentica natura pacifista.

*    Nietzsche, OPERE, vol VIII, tomo III, FRAMMENTI POSTUMI 1888-1889,
Adelphi, Milano 1986, 14[89], pag: 56-7
**  Nietzsche, FRAMMENTI POSTUMI 1888-1889, cit, 15, [110], pag 257-58

PS: L’evidenziazione usufruendo delle maiuscole e ovviamente mia e ha il
fine di sottolineare i punti salienti che, alla luce poi delle teorie di
René Girard, risulteranno particolarmente chiari.
Mi rendo comunque conto che per la comprensione dell’importanza del suddetto
autore e reltivo apprezzamento sia necessaria una conoscenza delle dinamiche
psichiche approfondita.
Cosa alquanto infrequente, purtroppo, stante l’ottuso determinismo vigente,
frutto del materialismo prevalente nella filosofia contemporanea stessa,                                              e nel suo contraltare deista sul modello junghiano o new-age,  
cieca delle dinamiche psichiche ed attenta solo a quelle sociologiche quasi
che dell’Uomo già tutto si sapesse. Ciò a riprova del miserrimo stato della
materia.

Nietzsche, genio e banalitàultima modifica: 2010-06-05T02:10:48+02:00da allan11
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