Etica dei falliti

Ogni uomo, minimamente onesto intellettualmente, non può negare di sentirsi
spinto verso una qualche forma di autorealizzazione.

Si potrà discutere quale sia la forma migliore di detta autorealizzazione
ma, certo è che a nessuno piace considerarsi un “balordo”, stante questa
definizione infamante per chiunque.

Gli stessi fautori del “relativismo” si sentirebbero ben poco soddisfatti se
venissero definiti essi stessi dei “balordi”, prova questa, già di per sè,
della “relatività” di detto illusorio “relativismo”

Se Vattimo, Cacciari, Galimberti dovessero elemosinare per strada invece di
incassare i pingui “diritti d’autore” dei propri libri inneggianti al nulla,
forse dovrebbero ammettere che il nulla poi non li riguarda veramente.

Viceversa quei poveri fessi che si consolano del loro fallimento
esistenziale, stante l’inconsistenza del tutto tanto ben remunerata in chi
ne scrive, non si accorgono del bluff di cui sono vittime.

Certa gioventù figli di questi “cattivi maestri” mi fanno pensare ad
un’albero che si convincesse che non val la pena far frutti.
Quando poi, ormai troppo tardi, s’accorgerà che altri invece, sordi alle
lusinghe di quelle fin troppo facili sirene, produrranno e raccoglieranno,
loro non resteranno altro che legna da ardere e che il loro “eterno ritorno”
termina già qui.

Se poi pensiamo solamente che la filosofia precedente a quest’ultima è stata
il marxismo che si basava su di un presupposto assolutamente assurdo
scientificamente, e che cioè l’uomo nasce buono, c’è da chiedersi di che
Ragione cianciano i filosofi quando parlano.
Ma , soprattutto, perchè prima di parlare dell’uomo non lo studiano ?

O è forse che studiar troppo da “Caporali” si disimpara a vivere da uomini
pienamente ?   😉

http://snipurl.com/x4xx4

Etica dei fallitiultima modifica: 2010-06-06T03:25:31+02:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo