C’era una volta l’uomo

“La fonte da cui l’uomo può trarre un’idea di ragione e razionalità o di
persona e personalità è la sua stessa ESPERIENZA  INTERNA, e in generale i
concetti filosofici sono pensati dalla mente umana “ex analogia hominis”.
Ne consegue che definire “filosoficamente” Dio come Ragione o Persona, o
attribuirgli “concettualmente” la razionalità o la personalità, o in
generale designarlo come un concetto filosofico o pensarlo con categorie
filosofiche, è in realtà molto più antropomorfico che non farsi di Dio una
rappresentazione SIMBOLICA, magari in forma vistosamente umana; giacchè i
concetti e le categorie, pur mostrandosi come puramente razionali e
completamente disumanizzate, non riescono a dissimulare interamente, come
pure vorrebbero, la loro origine analogica, e in ogni caso finiscono con il
rinserrare l’inogettivabile nel sistema delle categorie del pensiero umano
in modo riduttivo e oggettivante, mentre la forma umana nel suo SIMBOLISMO è
configurata proprio per offrire all’inogettivabile una sede appropriata
della sua ulteriorità.
L’antropomorfismo concettuale risulta dunque tanto più antropomorfico
dell’antropomorfismo simbolico quanto più questo è espresso e professo e
quello inconfessato e nascosto

Nei confronti della divinità e rispetto al cuore stesso della realtà è assai
più eloquente e parlante e suggestivo l’antropomorfismo manifesto, espresso
dal SIMBOLO e dal MITO, che non l’antropomorfismo occulto, celato nelle
concezioni puramente concettuali e filosofiche di Dio.  Si può parlare al
riguardo di un’antropomorfismo schietto e genuino, ch’è quello aperto e
riconosciuto dal simbolo e dal mito, e di un antropomorfismo deteriore e
fuorviante, ch’è quello latente e nascosto in certe dottrine filosofiche
della divinità: solo il primo, palese e dichiarato è rivelativo, mentre il
secondo, occulto e mascherato, è in realtà fallace e mistificante.”*

Anzi, le cose vanno ben oltre, a motivo del fatto che l’antropomorfismo
deformante della concettualità filosofica consiste nella divinizzazione
dell’uomo.”**
E’ pura IDOLATRIA

“L’immagine simbolica, proprio in virtù della sua natura sensibile, “toto
coelo” diversa dalla natura della divinità, si presta ottimamente a
rappresentarla, perchè sin dall’inizio riconosce la sua TOTALE
INADEGUATEZZA, e col riconoscerla la supera e la riscatta.
Dobbiamo, insomma, riconoscere che il trascendente si consegna più
volentieri al simbolo, che ne rispetta l’inviolabile riserbo e l’invincibile
ritrosia, che al concetto con la sua indiscreta volontà ***

Luigi Pareyson
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Pareyson
“Esistenza e persona”
Ed. Melangolo
*   pag. 23 – 24
** pag. 28 – 29 – 31

“”Filosofia ed esperienza religiosa”
Ed. Mursia
*** pag: 17

Un pensiero anche a Carl Gustav Jung
http://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Jung
che queste cose le ha dette prima di chiunque altro e tutti sembrano far a
gara per non riconoscergli il suo primato e la sua genialità

C’era una volta l’uomoultima modifica: 2010-06-07T02:13:41+02:00da allan11
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