“L’Inconscio…che poi…

…una volta si chiamava Spirito Santo….una volta avevano nomi migliori per
chiamare le cose….”

Roberto Benigni
Stasera su Rai 1

“donquixote”  ha scritto nel messaggio

> Benigni non ha detto quello che dici tu.
> Ha detto, riferendosi al contenuto cristiano della “Divina Commedia”:
> “In questa grande mitologia dentro c’è tutto il nostro inconscio…qua c’è
> tutta la bella mitologia cristiana dell’epoca…l’inconscio si chiamava
> Spirito Santo, che è più bello….ma noi, lo chiamiamo inconscio….”
> Dal che si desume che per Benigni le verità cristiane sono solo una bella
> e grande mitologia (simile quindi alla bella e grande mitologia
> greco-romana….) cioè un frutto dell’immaginazione umana che
> non ha esistenza propria e reale, e, conseguentemente, che
> lo Spirito Santo non è altro che un prodotto dell’inconscio umano.
> Tra l’altro, pochi minuti dopo, Benigni ha spiegato che il Purgatorio è
> una
> scaltra invenzione dei “preti”, creata appositamente per ingannare il
> “popolo”….
> Qualche mese fa Benigni è stato intervistato da Gianni Riotta, proprio in
> relazione alle sue recite relative alla “Divina Commedia”.
> Al termine dell’intervista il Riotta, che è l’attuale direttore del TG1
> http://static.blogo.it/tvblog/riotta01g.jpg
> ha affermato che la “Divina Commedia” era un’opera splendida…
> che segnava il trionfo della ragione e della bellezza sulle tenebre
> dell’oscuro Medioevo!
> Mentre il Riotta proferiva questa delirante bestemmia storica (la Commedia
> rappresenta appunto la “summa” del glorioso e luminoso Medioevo,
> rectius Cristianità) Benigni non solo non obiettava, ma rideva, beato
> e consenziente….
> Quella proposta da Benigni nelle sue recite è una interpretazione
> gnostico-junghiano-immanentistica che egli propala e propina ormai da
> anni,
> con grande gioia e diletto dei laici avveduti e dei cattolici gonzi: Dio e
> il diavolo, il bene e il male non sono opposizioni, ma polarità, e non
> hanno
> consistenza propria, ma sono frutto dell’immaginazione e dell’inconscio
> dell’Umanità.

….credo di doverti dare completamente ragione.
A mia giustificazione posso soltanto esser sincero e dire che mi ero appena
svegliato dopo un buon quarto d’ora d’addormentamento, tanto era
l’entusiasmo, che …sentendo quelle parole che ho malamente riportato me ne
sono entusiasmato.
Ritengo che ciò sia dovuto più a una mia personale convinzione che, visto
come è stato precisamente riportato da domquixote, effettivamente NON
CONDIVIDO ASSOLUTAMENTE la riduzione mitica o che dir si voglia del Cristo.
Come ho già avuto modo di dire, personalmente ruppi molti anni fa’ coi miei
colleghi junghiani, proprio su questo e ricordo sempre con piacere il giorno
in cui nella preghiera “Padre nostro” venne sostituita la frase
“incriminata”…”non ci indurre in tentazione” che tanta bile m’aveva fatto
ingoiare nelle sterili discussioni con colleghi junghiani fanatici del loro
guru..

Ribadendo quindi il mio totale disprezzo per la lettura “ortodossa
junghiana” della religione, da “eterodosso” junghiano quale sono, mi
permetto però di dare una mia lettura dell’inconscio, a giustificazione di
quanto sopra che “Inconscio e Spirito Santo” siano equivalenti.  Se infatti
noi partiamo dall’Inconscio personale si, ma solo come piccola parte di
un’Inconscio ben maggiore che tutto contiene, come si può evincere dalle
frasi di Jung già postate rispondendo al signor Giovanni Romano*, sempre in
questo gruppo di risposte al mio post, forse si vedrà che questo
collegamanento si “azzardato” ma non per questo necessariamente errato, da
anche adito ad una lettura della psicologia/psicoanalisi come strumento
comunque previlegiato per la conoscenza RAZIONALE della propria INTERIORITA
, VIA REGIA per il ritorno a Cristo.

*Se uno vuol conoscere sé stesso, deve conoscere non chi (quis), ma da che
cosa(quid) egli è, da chi (o da che cosa) dipenda, a chi (o a che cosa)
appartenga…e a quale fine sia stato creato.  La distinzione tra “quid” e
“quis” è assolutamente significativa: mentre “quis” ha un’aspetto
inconfondibilmente personalistico e si riferisce perciò all’Io, “quid” è un
neutro che non presuppone altro se non un’oggetto del quale non è stabilita
nemmeno la personalità. Non si intende l’Io cosciente soggettivo della
psiche, ma la psiche stessa è l’oggetto sconosciuto, non pregiudicato, che
dev’essere sottoposto a investigazione.  Difficilmente si potrebbe
formuòlare meglio che con questa distinzione tra “quis” e “quid” la
differenza tra conoscenza dell’Io e conoscenza del Sé.
“Quid” si riferisce al Sé neutrale, al DATO OGGETTIVO DELLA TOTALITA’,
poichè l’Io da un lato ne “dipende”, gli “appartiene”, è cioè causalmente
determinato, dall’altro è rivolto verso un fine. Quest’ultimo elemento ci
ricorda la frase significativa con cui si apre il “Fundamentum”

C.G.Jung
AION
Boringhieri
pag. 154 – 155 // Volume Nove **

“L’Inconscio…che poi…ultima modifica: 2010-06-07T14:50:08+02:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo