Alla frontiera del linguaggio

La filosofia analitica ha tracciato una linea di demarcazione tra le
proposizioni verificabili delle scienze naturali e quelle non verificabili
della metafisica e della religione.
Le proposizioni non verificabili non sono conoscitive.

Il linguaggio è quindi come una piattaforma sulla quale ci muoviamo.
Al centro della piattaforma c’è il linguaggio dove ci muoviamo bene, il
linguaggio “regolato” della scienza.

Fuori dal centro, in periferia, le regole d’uso valide al centro vengono
estese e abbiamo le metafore, le analogie eccetera.
Qui il linguaggio gioca fuori casa, ma gioca ancora.
Oltre la corda si spezza e il gioco termina.

Ma attorno a questi uomini che hanno deciso di vivere al centro della
piattaforma, ce ne saranno altri per i quali è insopportabile tale vita, e
si sentiranno attratti dalla frontiera del linguaggio, persuasi che più
ampio è lo spettro del linguaggio che si adotta, più ricco è il mondo in cui
ci si trova.

Costoro amano il “paradosso”, rompono con gli schemi usuali del linguaggio :
è il caso degli artisti, ma anche degli umoristi.

E’ proprio qui, alla frontiera del linguaggio, vive e palpita il discorso
religioso.
I paradossi, i balbettii, e il silenzio stesso del discorso cristiano hanno
un senso non al centro ma alla frontiera del linguaggio.

La fede del cristiano spezza il grigiore* di un mondo di “fatti” tutti
uguali e senza senso e custodisce, con i suoi paradossi e le sue violenze al
linguaggio “sensato” del centro della piattaforma, il senso del mistero ,
della bellezza e della gioia.

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 http://video.libero.it/app/play?id=db46bd3164254eae2347632e45d00bd2

Alla frontiera del linguaggioultima modifica: 2010-06-04T00:26:30+02:00da allan11
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