Il metodo della prassi

Cristo, nel Vangelo, si sà che usa le parabole per spiegarsi e queste, a ben
vedere, sono un vero e proprio metodo.
Le parabole, infatti, riguardano generalmente un’AGIRE, un COMPORTAMENTO; il
terrenon non è quello delle IDEE, ma quello della PRASSI e danno grande
importanza all’ESPERIENZA.

Se si tratta di Dio, il problema non è quello di sapere che cosa EGLI SIA
in se stesso, nessuna definizione ASTRATTA né SILLOGISMI,  ma COME AGISCE,
PER COSA è, a cosa SERVE e le conseguenze per il comportamento dell’uomo.
Nelle parabole di Gesù non troviamo DEFINIZIONI di Dio o di suoi attributi.
Non si serve della forza di un’argomentazione LOGICA o della forza
dell’argomento di AUTORITA’ ma della forza dell’ESPERIENZA degli ascoltatori
e nell’aspetto significativo delle AZIONI. , nessuna TEORIA ma ESEMPI e
CONCRETEZZA ;….la carità del buon samaritano , l’astuzia
dell’amministratore infedele; nella parabola del granellino di senape c’è
l’AZIONE dell’uomo che semina; in quella del lievito c’è l’AZIONE della
donna; in quella del seme che spunta da solo c’è l’azione del coltivatore
che lascia che la terra compia la sua opera.
L’interesse è per l’azione.

Anche del regno di Dio se ne parla come di una realtà in marcia,
un’operazione in corso di svolgimento, una crescita, una ricerca, una
semina, un ritorno, una vigna dove si lavora, un pane che lievita.
E’ sempre qualcosa di concreto in movimento, qualcosa che si fa; è un’AZIONE
in cui ci viene proposto d’entrare.
Esempi da imitare: il buon samaritano e da non seguire, quello del servo
spietato
Il comportamento di Dio è descritto da Gesù con parabole che chiamano in
causa il COMPORTAMENTO usuale degli ascoltatori :”Chi tra voi al figlio che
gli chiede un pane darà una pietra ?”

Il terreno delle parabole è quello dei COMPORTAMENTI, della PRASSI

Inoltre, le parabole, sono un’ottimo esempio come strumento di DIALOGO.
Gli esempi e le immagini sono sempre desunti dalla vita di ogni giorno e dai
suoi consueti problemi al fine di rendere il più facilmente comprensibile a
tutti, e non solo ai più istruiti, il contenuto del Suo messaggio di
salvezza.
Frequentissime sono le interrogazioni dirette agli ascoltatori: “Chi fra
voi…?”, “Chi…?”, “Che ve ne pare…?, “Forse che…?”, “Perchè…?”,
“Con che cosa…?”, “Come…?”.
Si aspetta un parere dagli ascoltatori.
La domanda può trovarsi anche alla fine :
“Che cosa farà il padrone della vigna ?”, “Quale dei due amerà di più ?”,
“Chi dei due ha fatto la volontà del padre ‘”
A queste domande gli ascoltatori sono in grado di rispondere in base alle
loro esperienze: esperienza personale, esperienza collettiva (proverbi),
buon senso.

Queste brevi note per sottolineare come ci sia ancora molto da scoprire e da
imparare dal metodo parabolico di Cristo

 

PS:…e i sogni, poi, non son forse piccole parabole…personalizzate?

E chi mi dice a me che non possono venir dall’alto e non necessariamente dal basso ?

http://medjugorje.altervista.org/doc/visioni/sangiovannibosco/index.php

Il metodo della prassiultima modifica: 2010-06-06T01:19:55+02:00da allan11
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