L’invisibile

Alla RIMOZIONE della “causa prima”. guarda caso, si ovvia proprio con un
classico strumento della PSICOANALISI, il SIMBOLO che “getta insieme”
(sin-ballein) TRASCENDENZA (oltre il segno) e IMMANENZA (qui) rendendo così
MATERIALE il SACRO.

Non vi è nessun’altra strada per ovviare a detta RIMOZIONE di Dio, se non
recuperare un linguaggio che  nuovamente ne evidenzi le tracce nascoste,
cioè un linguaggio che sia nuovamente simbolo e rappresentazione.

Via umana di conoscenza attraverso la quale ci si conosce e si impara a
conoscere e riconoscere quell’invisibile che nella contemplazione delle cose
create ci riempe di stupore, meraviglia e bellezza.

La scienza, viceversa, può indagare solo entro le dimensioni di
spazio-tempo-luce, cioè la “materia”, in altri termini, ma l’uomo che non
conosce sé stesso, anche se conoscesse il mondo intero non saprebbe che uso
farne per migliorarsi ignorando ciò di cui ha veramente bisogno per la
propria VITA che è cosa ben più sofisticata della semplice NATURA a cui, la
scienza, si rifà..

In fondo poi non è così strano che per parlare dell’invisibile si usino gli
stessi strumenti della psicoanalisi, anche se sarebbe meglio dire che è la
psicoanalisi che usa gli stessi strumenti della Chiesa.
Del resto, a questo punto diventa chiaro l’influenza che il padre di Jung,
pastore protestante, deve aver avuto sul figlio nella comune indagine
sull’invisibile.
Cos’è, del resto l’inconscio se non “un” invisibile ?!
Qualcuno lo ha mai visto ?
E soprattutto, dove stà ?
Sotto, dentro, sopra di noi ?
Basterebbe solo ascoltare René Guenon:per accorgersi quanti collegamenti vi
siano tra psicoanalisi e sacro, cosa, del resto, ormai risaputa e ignota
solo a “chi non vuol sentire”

“Le precisazioni guénoniane sulla dottrina dei simboli si presentavano con
una loro particolare urgenza nella prima metà del XX secolo a causa
soprattutto delle interpretazioni psicanalitiche, particolarmente INSIDIOSE
nel distorcere i simboli delle tradizioni occidentali e orientali, fino al
completo RIBALTAMENTO dei loro significati. La psicologia moderna, con
l’appello al subconscio, riteneva di poter spostare in una zona “infera” la
possibilità di accedere a questi significati. Guénon affronta la questione
ricollocando al vertice della conoscenza un intelletto in grado di andare al
di là del dualismo e di cogliere, intuitivamente, le verità metafisiche che
i simboli, per loro stessa natura, racchiudono e trasmettono. Non al
“super-conscio”, dunque, elemento superiore capace di oltrepassare il
dualismo conoscitivo posto dal razionalismo moderno tra conoscente e
conoscibile, ma ad un INFORME “sub-conscio” la moderna psicologia affida la
capacità di entrare in relazione con il divino. Con ciò, evidentemente, si
precludeva la possibilità che i simboli potessero continuare a trasmettere
il loro significato sul piano dell’esistenza umana, introducendo una
discontinuità che avrebbe impedito definitivamente il recupero in senso
tradizionale della civiltà occidentale”..
http://www.massimopacilio.it/guenon/opita20.html

Ma poi, der resto, non si chiamavano forse “divinazioni” le capacità degli
“indovini” e maghi di vedere nel futuro attraverso i sogni le cui
possibilità profetiche son riconosciute anche da Freud che per
“scientificità” chiede solo, giustamente, che siano dichiarate prima ?!
E cosa sono quei “maghi” se non i moderni psicoanalisti ?
Ovvio quindi che la psicoanalisi non possa essere ridotta a scienza nella
misura in cui la scienza è una RIDUZIONE dell’uomo alla natura quando chi
opera quella RIDUZIONE è un’uomo stesso.
Vien da chiedersi con che diritto certi uomini si arrogano tale “ultima
parola” se non una SUPERBIA la cui stratosfericità andrebbe altrimenti
riposta.

L’invisibileultima modifica: 2010-06-06T12:51:59+02:00da allan11
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