Gadamer & Vattimo : Differenze

Tracciare la mappa dell’«ermeneutica», nella sua evoluzione storica,
significa ridisegnarne continuamente i confini. Poche parole come questa
hanno visto allargare così tanto il proprio raggio d’azione. Se
originariamente indicava l’antica dottrina dell’interpretazione dei testi,
il termine «ermeneutica» ha assunto nel secolo scorso un significato
filosofico, come movimento di pensiero il cui filone maestro parte da
Heidegger e trova una sistemazione nella riflessione di Gadamer, finché, a
partire dagli anni Ottanta, è divenuto sinonimo di «filosofia continentale»
in opposizione alla filosofia di matrice anglosassone. In questa ultima
evoluzione semantica, l’ermeneutica è divenuta un contenitore molto
ospitale, una sorta di etichetta culturale sotto il cui cappello si sono
riconosciute diverse prospettive teoriche, il più delle volte molto distanti
tra loro. In tale dispersione di senso, la specificità della proposta di
Gadamer, cui si deve l’articolazione originaria dell’«ermeneutica
filosofica» propriamente detta, è forse quella che ne ha più risentito.

Letto troppo spesso a partire da Heidegger, o con le lenti deformate dai
dibattiti che gli sono seguiti, il pensiero di Gadamer si è trovato all’incrocio
di molte vie del pensiero contemporaneo e solo negli ultimi anni il suo
percorso è stato approfondito nelle peculiarità che lo contraddistinguono e
che ne marcano i confini rispetto ad altri, con cui pure è entrato in
dialogo.

Per orientarsi, una attenta ricostruzione del suo apporto filosofico è
offerta da Donatella Di Cesare nel ritratto titolato semplicemente Gadamer
(Il Mulino, pp. 319, euro 19,50). Con la consueta chiarezza espositiva e con
la limpidezza di linguaggio che distingue anche i suoi precedenti saggi, l’autrice,
che del filosofo di Marburgo è stata una degli allievi di ultima
generazione, ne ripercorre il cammino di pensiero in tutte le sue tappe.

Il volume ha il pregio di sfatare alcuni miti che ancora aleggiano sulla
ricezione di Gadamer, come la sua presunta identificazione di essere e
linguaggio, che pure il filosofo rifiutò esplicitamente, e la lettura del
suo pensiero nei termini di una «filosofia dell’interpretazione», tema
nietzschiano (che tanto influsso ha avuto sull’ermeneutica italiana) ma per
nulla gadameriano. Anziché l’interpretazione, è la comprensione il perno
attorno cui si sviluppa il suo percorso filosofico.

Comprendere, come sottolinea Di Cesare, non è interpretare né sapere, perché
si delinea piuttosto come una esperienza. Esperienza di verità che accomuna
l’uomo e che si declina nell’arte, nella storia e nel linguaggio. Esperienza
che Gadamer intende rivalutare, contro la riduzione della verità e del suo
senso operata dal metodo scientifico, attraverso l’opera cardine, Verità e
metodo, pubblicata nel 1960. Per il suo autore, nella comprensione è da
vedersi l’articolazione stessa dell’esistenza e il carattere finito,
limitato, di ogni esperienza umana.

Quella di Gadamer può perciò essere chiamata a buon diritto una «filosofia
della finitezza», ma basata su una concezione positiva del limite, sempre
letto come l’oltre dell’altro. In questa prospettiva, ulteriormente
elaborata negli anni successivi a Verità e metodo, nulla può essere
definitivo: la ricerca filosofica è sempre aperta, non può mai fissarsi,
trovare sistemazione, tanto meno nei limiti di un testo scritto, rinviando
perciò al dialogo orale e alla vita vissuta. Si rivela qui l’ispirazione
socratica dell’ermeneutica filosofica. Articolata nel movimento di domanda e
risposta, e perciò costitutivamente aperta al confronto con l’altro, la
dialettica di Socrate, così come la troviamo raccontata nelle opere di
Platone, è da Gadamer assunta a modello di riferimento.

Si spiega così il suo interesse per la filosofia greca. La sua lettura della
dialettica antica e il ruolo decisivo che essa ha rivestito per l’ermeneutica
 – messi in luce solo di recente e a cui giustamente questo volume dedica
ampio spazio – sono la vera e propria chiave interpretativa con cui
Donatella Di Cesare legge il pensiero gadameriano. Se si guarda a tutto lo
sviluppo della sua riflessione, sostiene l’autrice, si può dire che l’opera
principale di Gadamer, anziché Verità e metodo, sia il libro su Platone che
non ha mai scritto. Non il Platone «metafisico», che mira alla «più assoluta
verità» (come leggiamo nel Sofista), né il Platone fondatore di una teoria
dei principi, ma il Platone maestro del dialogo, dietro cui si nasconde
Socrate e rimane vivo il suo insegnamento. Leggendo i dialoghi platonici, il
filosofo di Marburgo vuole infatti mostrare come la dialettica sia
essenzialmente una esperienza, piuttosto che un metodo. Una esperienza che
vive della partecipazione dell’altro, come il personaggio di Socrate, messo
in scena nei dialoghi, sta appunto a testimoniare.

Ma il libro di Donatella Di Cesare non si limita a una ricostruzione del
pensiero di Gadamer, sottraendolo al bagliore riflesso di Heidegger per
restituirgli luce propria e sottolineandone piuttosto i rapporti col
pensiero greco. Vi si legge anche la proposta, già delineata nei precedenti
saggi dell’autrice, di un’ermeneutica della finitezza che intende
distinguersi dal pensiero debole come da ogni deriva nichilista o
relativista. Infatti, dietro la contrapposizione tra assolutismo della
verità e relativismo, oggi tanto dibattuta, si nasconde una più profonda
complicità.

La metafisica, con la sua verità assoluta, e il nichilismo sono da vedersi
come le due facce della medesima medaglia: condividono la stessa logica di
fondo, cioè quella di un fondamento incrollabile, che l’ermeneutica intende
invece lasciarsi alle spalle.

Sottrarsi a questa logica significa rifiutare una concezione della verità
che intende irretire l’esperienza umana in un senso ultimo e conclusivo.
Senza per questo abdicare alla verità, o negarla nichilisticamente, ma
declinandola come dialogo, ovvero: esperienza dell’altro, evento del
comprendere.

http://www.liberonweb.com/asp/libro.asp?ISBN=8815114769

Enrico Redaelli (il manifesto, 15.03.2007)

Gadamer & Vattimo : Differenzeultima modifica: 2010-06-06T23:19:54+02:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo