Omolatria

Secondo certa psichiatria politicamente corretta, l’omosessualità sarebbe
una semplice “variante” della sessualità umana. Io credo che tale
definizione debba essere considerata imprecisa sia da un punto di vista
logico che linguistico. Tra l’altro c’è già chi, nel mondo gay e lesbico, ha
giustamente suggerito l’uso del sostantivo omoaffettività che mi pare
certamente più idoneo a definire una condizione nella sua globalità, al di
là delle implicazioni puramente sessuali. Tuttavia, l’uso del termine
omosessualità è scorretto in sostanza anche per un’altra, fondamentale
ragione. Esso, infatti, non esprime la verità di quella condizione.
L’omosessualità non può essere una “variante” della sessualità umana per il
semplice motivo che non esiste. A rigore, infatti, si tratta di una variante
della genitalità: una genitalità che nega strutturalmente la funzione della
sessualità, che in natura è e rimane la procreazione. L’omogenitalità è
quindi una variante della genitalità umana, così come lo è la masturbazione
e qualsiasi altra forma di rapporto sessuale che escluda a priori ogni
finalità riproduttiva. Una sessualità che un preciso quadro psicologico
limiti in via definitiva alla pura genitalità ci appare evidentemente
bloccata, incompleta, e rivela una profonda immaturità psicoaffettiva. In
altre parole: nega l’armonia interiore con la pienezza della funzione. Un
individuo che riesca a esprimersi solo cantando non sta granché bene, mi
pare ovvio. Certo, è libero di farlo, se è felice non posso e non voglio
impedirglielo, ma di qui a far finta che tutto sia a posto ce ne passa. Ecco
perché per me è importante ribadire gli aspetti patologici di un simile
comportamento, ovviamente nei casi in cui questo abbia caratteri di
esclusività. Definire un certo comportamento “patologico” non è un insulto
né sintomo di disprezzo: esprime altresì la fondata opinione che si debba
estendere al soggetto che, come si è precisato, è più corretto definire
omogenitale, la considerazione che si ha già di chi riesca a vivere la
propria sessualità solo masturbandosi o, mutatis mutandis, di chi si esprima
solo cantando, in ogni occasione e circostanza. Ciò non comporta alcun
atteggiamento “omofobico”, casomai il rifiuto di assecondare l’omolatria
qualunquistica che spinge taluni a rimuovere l’oggettività di certi fatti in
nome di ideologie contraddittorie e superficiali ma politicamente corrette.
Mi rendo conto che la distinzione tra genitalità e sessualità recuperi
implicitamente l’importanza oggettiva della funzione – la procreazione – in
un contesto dal quale la cosiddetta liberazione sessuale l’aveva
sconsideratamente estromessa, ma è forse giunto il momento di restituire
dignità e coerenza anche linguistica al pensiero in un ambito che pareva
ormai destinato a un’equa quanto triviale spartizione tra pornografia e
chiacchiera televisiva.

Omolatriaultima modifica: 2010-06-07T00:35:13+02:00da allan11
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