Liberi dal “Moderno”

E’ opinione diffusa che l’essere cattolici sia una limitazione della propria
libertà.
E’ vero il contrario !
E’ il “Modernismo” con i suoi “obblighi al pensiero” che lo costringe in una
gabbia asfissiante.
Ma andiamo per gradi.
Il “Modernismo impone dei limiti:
1°) Che la ragione umana è ristretta entro il campo dei “fenomeni”.
2°) Che la ragione umana è ristretta nell'”immanenza vitale”.
Già il fatto che, per definizione, la ragione umana abbia degli steccati da
una parte e dall’altra,
la dice lunga sulla libertà del “Moderno”.
Ma cosa sono i “fenomeni” ?
Tutto ciò che “appare”, quindi la materia.
E cos’è l'”immanenza vitale” ?
L’uomo, in carne ed ossa, materiale, nella sua sostanza;
dottrina filosofica che risolve tutta la realtà nella coscienza e rifiuta
ogni principio di trascendenza.
Benissimo.
Quì, però, cominciano i problemi per il “totalitarismo” modernista.
Perchè, mentre sul primo punto del modernismo è qui mia intenzione
soprassedere, è sul secondo punto che il modernismo mostra sfacciatamente i
suoi “piedi d’argilla”.
Ma continuiamo a proseguire gradatamente e
restiamo sull'”immanenza”.
Come rispondono i modernisti a chi reclama una spiegazione della genesi del
religioso, del Sacro ?
Semplice, è ne più ne meno un semplice “Bisogno” che nasce all’interno
dell’uomo.
Un misero e meschino “bisognino”, un “tappabuchi”, insomma, ( ma che se di
“bisogno” vogliam parlare, trattasi di “bisogno di completezza” a non esser
sciocchi, ma questo si capirà alla fine dellarticolo) che sorge a sua volta
da un “sentimento”, un “movimento del cuore” il quale, non sentendosi
dall’uomo che in particolari circostanze, non può, di per sè, appartenere al
campo della coscienza, ma giace da principio al di sotto della coscienza
medesima, cioè nella “subcoscienza”, ove la radice rimane occulta e
incomprensibile.

Ora, direte voi, tutti i filosofi si saran lanciati come saette ad indagare
detta “subcoscienza” .
Errore.
Belli e appagati, sazi e satolli di cotanta luce, la filosofia si è sempre
più orientata verso l'”esterno”,
ritenendo dette spiegazioni della genesi del religioso più che soddisfacenti
nonchè esaurienti.
“Chi si accontenta , gode” dice il proverbio, ma tant’è.
Tale spiegazione potrà appagare gli umili positivisti laico-modernisti,
non certo noi avidi e lussuriosamente ingordi cattolici..
Dico bene ?
Ma riprendiamo il nostro discorso.
Ma il “religioso”, è un cieco sentimento che erompe dalle oscurità del
subcosciente
o è un vero “assenso dell’intelletto” alla verità rivelata da Dio ?

Per rispondere a questa domanda dovremo fare una sintetica esposizione dei
risultati
della psicoanalisi, materia deputata per eccellenza a rispondere a detto
quesito,
mentre la filosofia contemporanea, per altri versi, si trastulla a navigare
a vele spiegate
nella più che inutile “Sociologia”.
Constatiamo innanzitutto che chi naviga nell’inconscio ha almeno l’umiltà di
essere
consapevole della propria abissale ignoranza, cosa desueta, pare, nel mondo
laico-modernista.
Ma andiamo oltre.
“Sentimento religioso” o “assenso dell’intelletto” è il quesito .
E’ la “Rivelazione”, in altri termini, il prodotto di un’attività
semplicemente umana
e naturale ?
O, viceversa l’uomo riceve il messaggio divino, ma il suo contenuto procede
da
Dio ed è stato affidato alla Chiesa come un deposito da conservare
fedelmente
e proclamare infallibilmente (Dogmi) ?
La “Rivelazione” è dunque una realtà in “divenire” prodotta dalla coscienza
umana,
o un deposito di verità affidato alla custodia della Chiesa ?
Simbolo o Dogma , in ultima istanza ?
Soggettività della verità o “Rivelazione” ?
Solo l’uomo o anche Dio ?
Solo Divenire o anche Essere ?

Restiamo su “Simbolo o Dogma” che, come psicoanalista
avrei qualcosa da dire,qualche sassolino nella scarpa da togliermi,
e che ci fa arrivare con un balzo al punto centrale evitando di
dover ripercorrere tutta la storia della psicoanalisi.
Checchè se ne dica Jung è altrettanto “scientifico” se non più di Freud,
alla luce
dell’odierno riconoscimento dei suoi epigoni del “Pre-Edipo”.
Ma non è mia intenzione, qui, voler convincere nessuno ma
esporre “fatti”, “fenomeni”e vedere dove ci portano.
“Simboli e Dogmi” in estrema sintesi, si diceva.
Bene.
Ma i Simboli da dove si originano ?
Da qualcosa di “variabile” o di “fermo” ?
I Simboli sono, come di un’arancia, il succo degli Archetipi.
Ma cosa sono gli Archetipi ?
Vi ricordate cosa abbiamo detto all’inizio su che cos’ l'”immanenza vitale”
?
La “sostanza” dell’uomo ?
Bene, gli Archetipi sono la “sostanza” per eccellenza !!
Di detta sostanza, però, il modernismo ne rifiuta a priori ogni principio di
trascendenza.
Ve lo ricordate ?
Benissimo.
Ma può farlo ?
E se questi Archetipi, proprio loro, a rimettere in gioco questo principio ?
Come facciamo ?
Ecco perchè parlavo all’inizio di LIBERTA’.
“Libertà” vera, non adeguamento a un’ideologia illuminista (sic) che la
limita e precedendola la atrofizza.

E infatti qui possiamo constatare un bell’esempio di tentativo di
limitazione della libertà
andando a vedere cosa dice in uno dei principali e più diffuso “Dizionario
di psicologia” (Utet),
quello di Umberto Galimberti, alla voce Archetipi, pagina 90,
dove per colmo di ipocrisia,si tira proprio in ballo la “libertà dell’uomo”,
capovolgendola e obbligandola alle ristrettezze del moderno
pregiudizialmente.
Sarebbe troppo lungo riportare questa voce per esteso e chiunque potrà
andare a leggerlo di persona in una qualunque biblioteca.
Il punto centrale è comunque questo:

Rappresentano, detti Archetipi, degli “invarianti metastorici di quel cosmo
immutabile che, insediato nel più profondo dell’inconscio e quindi
“ipostasi” molto prossime a quelle della metafisica religiosa ?
Forme a priori che organizzano l’esistenza alla stregua di modelli innati
con una propria “energia specifica” e quindi “creati con il materiale
primigenio della rivelazione” ?

O come immagine o contenuto ereditario dove l’apriorismo dell’Archetipo non
contraddice il fatto che il contenuto dell’esperienza di ciascuno sia
ricavato a
posteriori dal proprio ambiente e, in questa eccezione…”non c’è alcuna
difficoltà ad ammetterne l’ereditarietà”
Cioè Darwin o son dolooooriiii!!

Quindi, in sintesi :
Detti Archetipi son
STRUTTURALI o EREDITARI ?

Nel primo caso sono l’equivalente dei tanto vituperati Dogmi,
essendo la predisposizione innata alla comprensione per l’uomo della
“Rivelazione”; nel secondo caso, ovviamente no, e sarebbero solo
una matrice di simboli puramente soggettivi, monadici e variabili nella
storia.

Concludo qui lasciando l’altro tema “del profondo”, il “Desiderio” per
un’altra e prossima occasione.
Volutamente mi astengo dall’esprimere la mia opinione su quale dei due
termini propenda a differenza di Umberto Galimberti che c’ha costruito
sopra una carriera dando, dogmaticamente, su un malintesissimo senso della
libertà, per scontata l’ipotesi Ereditaria Modernista.

Quello che invece io PRETENDO è la LIBERTA’ di scegliere quantomeno tra due
proposizioni ugualmente degne.
Dico questo per restare consono al titolo di questo post, centrato più sulla
mia personale indignazione verso chi tenta di conculcare la mia libertà
con ideologie più o meno mascherate di sapienza.

Liberi dal “Moderno”ultima modifica: 2010-06-07T14:10:18+02:00da allan11
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