Questa sera , sulla 7, “Nella mente delle madri assassine”, tra le molte
cose pregevoli si è comunque trascurato di spiegare il “perchè di non esser
pronte” di dette madri, all’essere tali, appunto.
Un fugace accenno al “cuore”
La retorica del “disagio”, dell'”isolamento”, della “mancanza di
comunicazione”.
Certo, tutte cose vere, ma…
Come soluzione si è mostrata la “cugina” Francia dove i consultori, sia
detto per inciso, questo sì veramente strano, non servono solo per abortire,
ma questo guai mai che qualcuno lo rilevasse, ma anche al sostegno delle
madri.
Bene, bravò, vive la France !!
Ovviamente, nel finale, il “compagno” Galimberti non ha perso occasione per
infamare la Chiesa, la Madonna e il “mito” della buona madre conseguente.
Ma….se esistono “Miti” ci saran pur’anche “RITI” conseguenti, o no?
Questo la “cima” non l’ha detto, allora lo dico io.
C’è infatti un’altra cosa che quella bella congrega di illuminati si è ben
guardata dal dire.
E cioè le conseguenze dannose di quel “relativismo” che ha come conseguenza
l’OMOSESSUALIZZAZIONE della società.
La “coppia”, infatti, sul modello gay, che crede di sostituire il RITO e il
SACRAMENTO del matrimoni perchè inutili formalità, trascura che è invece un
preciso “rito di passaggio” della donna che, opportunamente vissuto e
preparato, separa la gaudente vita precedente preparando a una vita di
SACRI-FICIO dell’Io personale a favore dell'”Io della specie”, tanto per
usare le parole del famoso “maitre à penser”.
Il “Relativismo culturale”, in altri termini, ha portato, ribadisco , a una
“omosessualizzazione” della società le cui conseguenze dannose cominciamo
solo ora ad avvertire.
Certo, si potrà compensare medicalizzando il tutto, ma con costi destinati
ad aumentare esponenzialmente.
Un po’ come è successo per l’AIDS, per fare un’esempio forse improprio.
Abolite le malattie come tubercolosi e malaria, che lo tenevano a freno, si
è solo liberato un mostro ancora peggiore.
Così è per l’inconscio.
Se non opportunamente incanalato in Miti e Riti, tracima con una forza
inaudita che solo l’ignoranza in materia, l’ipocrisia o il calcolo delle
convenienze può continuare ad ignorare.
Forse salveremo il mondo, con l’ecologia, ma senza un’analoga ecologia della
mente non avrà comunque vita lunga.