La rimozione dell’istinto

“L’istinto, questo fascio di forze, è il vero grande rimosso della cultura
moderna e postmoderna.  Lo abbiamo sostituito prima con le ideologie, che
non avevano niente di istintivo ma erano dei programmi di potere, e poi con
dei sistemi intellettuali in cui, in fondo, il corpo e i suoi istinti non
c’erano più.
Puro lavorio di una mente disincarnata.
Percepiamo l’istinto come qualcosa di negativo, anzichè come “mezzo”,
strumento della nostra umanità.
Lo viviamo come un problema perchè abbiamo smarrito la semplicità, sacra,
creaturale, dell’esperienza istintuale.
Che è un’esperienza primaria, per certi versi PRE-INTELLETTUALE.
E’ insieme fisica e affettiva, e quindi già spirituale.
 E’ l’istinto che ci dà una certa relazione religiosa con la terra e le sue
manifestazioni.  Con il creato.  E’ istintiva la percezione di una bellezza
che ci sovrasta e che ci rimanda a qualcosa che è oltre di noi.
Se tu incominci a metterci sopra tutte le sovrastrutture intellettuali,
anche moraleggianti, dell’adulto, ti allontani da quella semplicità
indifesa.  Il punto è che l’occidente medio, acculturato e immerso nel
sistema delle comunicazioni di oggi, è molto lontano da questa immediatezza.
Il “Se non ritornerete come bambini…” è vero.  E vuol dire anche questo.
Nel mio lavoro una parte molto consistente è proprio permettere all’altro di
ritrovare la semplicità del bambino collegata all’istinto.”

Claudio Risé
Psicoanalista Junghiano
“Tracce” Giugno 2007

La rimozione dell’istintoultima modifica: 2010-06-07T16:17:21+02:00da allan11
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