Arché & Telos

La ripetizione filosofica del freudismo si conclude in una filosofia della
riflessione ? E’ sufficente per comprendere il freudismo, collegarlo a
questa filosofia della riflessione tramite il concetto mediano di
archeologia ?
Il secondo interrogativo è la chiave del primo: sembra a me che il concetto
di archeologia del soggetto resti ancora estremamente astratto, fino a
quando non lo si pone in rapporto di opposizione dialettica con il termine
complementare di teleologia.
SOLO IL SOGGETTO CHE HA UN TELOS HA UN’ARCHE’.
Comprendendo questa articolazione tra archeologia e teleologia, la mia
comprensione si allargherà di molto.  E in primo luogo comprenderò che anche
la mia idea di riflessione è astratta, fino a quando non sarà stata
integrata da questa nuova dialettica.  Il soggetto, dicevamo prima, non è
mai ciò che si crede.  Ma perchè esso acceda al suo vero essere, non basta
che scopra l’inadeguatezza della coscienza che egli assume di se stesso, né
la potenza del desiderio che lo situa nell’esistenza.  E’ necessario ancora
che scopra che il “divenir cosciente”, con cui egli si appropria il senso
della sua esistenza come desiderio e come sforzo,  non appartiene a lui, ma
al senso che si fa in lui.  E’ necessario che egli medii la coscienza di sé
con lo spirito, cioè tramite figure che danno un telos a questo “divenir
cosciente”.  La proposizione per cui non vi è archeologia del soggetto se
non nel contrasto di una teleologia rinvia all’altra proposizione secondo
cui non vi è teleologia se non attraverso la figura dello spirito, cioè
attraverso un nuovo spostamento del centro, un nuovo SPOSSESSAMENTO che io
chiamo spirito, come avevo chiamato inconscio il luogo dell’altra
retrocessione, rispetto a me stesso, dell’origine del senso.
Se comprenderò questa connessione, al centro di una filosofia della
riflessione, tra la sua archeologia e la sua teleologia, cioè tra DUE
SPOSSESSAMENTI della coscienza, comprenderò inoltre che il conflitto delle
ermeneutiche, che era il problema più grande della nostra problematica, sta
per trovare una via d’uscita.  Vista dall’esterno, la psicoanalisi ci era
apparsa come una ermeneutica riduttrice, demistificante.  In quanto tale,
essa si contrapponeva a una ermeneutica che abbiamo chiamato restauratrice,
a una rimeditazione del sacro.  Non abbiamao scorto, e non scorgeremo
ancora, il legame tra i due modi opposti d’interpretazione.
Non siamo in grado di superare una mera antitesi, cioè una contrapposizione
i cui termini restano mutuamente estranei.  La dialettica dell’archeologia e
della teleologia è il vero terreno filosofico su cui può essere compresa la
complementarietà delle ermeneutiche irriducibili e contrapposte, applicata
alle formazioni mitico-poetiche della cultura.  Questa risoluzione del
problema ermeneutico iniziale è pertanto l’orizzonte di tutta la nostra
impresa.  Tuttavia, non potremo completare con un senso tali formule, finchè
questa dialettica non sarà stata anch’essa compresa e portata nel cuore
stesso della semantica del desiderio.
Il lettore accorto certamente ci fermerà sulla soglia di questo capitolo e
ci obbietterà che stiamo completamente uscendo da una problematica
psicoanalitica. Freud ha espressamente affermato che la disciplina da lui
fondata era una “analisi”, cioè sia una scomposizione in elementi che un
risalire alle origini, e per niente affatto una sintesi, e che il
completamento della psico-analisi con una psico-sintesi era da escludere.
All’analista che mi avanzerà quest’ obiezione riconoscerò ciò che egli
chiede.  Differentissimo è ciò che sto intraprendendo; più ancora che
l’indagine sul concetto di archeologia, questa meditazione è di natura
filosofica.  Dopo aver detto: non comprendo me stesso, leggendo Freud,  se
non formando la nozione di archeologia del soggetto – ora affermo: non
comprendo la nozione di archeologia se non nel suo rapporto dialettico con
una teleologia.  Quindi, tornando a volgermi verso Freud, io cerco proprio
nella sua opera, cioè nell’analisi come analisi, il riferimento al suo
contrario dialettico; spero di mostrare che effettivamente esso vi si trova
e che l’analisi è costantemente dialettica; non pretendo perciò di
completare Freud, ma di COMPRENDERLO COMPRENDENDOMI.  Ora, credere di
progredire in questa duplice comprensione di Freud e di me stesso rivelando
gli aspetti dialettici sia della riflessione che del freudismo.
Intendo dunque dimostrare che, se il freudismo è una archeologia esplicita e
tematizzata, da sé esso rimanda, grazie alla natura dialettica dei suoi
concetti,a una TELEOLOGIA IMPLICITA E NON TEMATIZZATA.

Paul Ricoeur

Arché & Telosultima modifica: 2010-06-07T16:53:15+02:00da allan11
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