Transfert uguale Amore

Oltre all’indubbia fragilità sulla quale si basano i presupposti antropologici di “Totem e tabù” gia smentiti da Lévi-Strauss, anche Ricoeur fa notare come non necessariamente la ripetizione simbolica del parricidio nel banchetto tetemitico, che ha per fine la ri-conciliazione tra fratelli debba essere necessariamente dovuta al perpetuo rinnovarsi del parricidio e non a una semplice “conciliazione d’amore”.  “Più tardi Freud dovrà confessare di non sapere il posto da assegnare alle divinità femminili nella sua genesi dell’illusione religiosa” aggiunge Ricoeur “Non vi è qui l’indice di una possibile religione della vita, di una religione dell’amore ?” “Per quale motivo “il nostro dio Logos, che non offre la consolazione, la cui voce è debole, ma che a poco a poco si farà ascoltare” non dovrebbe essere, nonostante il tono ironico usato allora da Freud – un’altro nome di Eros, nell’unità profonda dei simboli della Vita e della Luce ?”

“Mi sembra che Freud escluda senza  ragione, vogli dire senza ragione psicoanalitica, la possibilità che la fede sia una partecipazione alla fonte di Eros e che in tale modo essa riguardi non la consolazione del famciullo che è in noi, bensì la potenza di amare, che la fede tenda a rendere adulta questa potenza, di fronte all’odio in noi e fuori di noi – di fronte alla morte. Ora, un’unica cosa può sfuggire alla critica di Freud, ed è la fede come kerygma dell’amore: “Dio ha talmente amato il mondo…”

In principio era l’amore, In principio erat verbum: (Come non vedere le analogie con l’ultima enciclica papale “Deus caritas est”?)  la lettura di Julia Kristeva, mimando quell’incipit evangelico, propone dunque di approssimare il discorso analitico e la fede proprio in questo verbum: “una richiesta, foss’anche intellettuale, traduce una sofferenza” e in quel dialogo, nella sua forma analitica, la sofferenza prende la forma d’un “disccours amoureux”

“Per il fatto di essere il soggetto di un discorso amoroso durante gli anni della mia analisi, io sono in contatto con le mie potenzialità di rinnovamento psichico, di innovazione intellettuale, addirittura di modificazione fisica. Una tale esperienza sembra essere l’apporto specifico della nostra civiltà modena alla storia del discorso amoroso: infatti, lo spazio analitico è il solo luogo esplicitamente designato dal contratto sociale in cui abbiamo il diritto di parlare delle nostre ferite e di cercare nuove possibilità di accogliere nuove persone, nuovi discorsi.. Penso che sia stato anche la mia definizione del discorso transferenziale come nuova “storia d’amore” a scatenare, a partire dalla vostra storia e dalla vostra tradizione, le associazioni che vi hanno portato a suggerire per questo incontro il tema “psicoanalisi e fede”

La parola analitica come discorso amoroso ha, nel libro della Kristeva, un corrispettivo processo nella formula del “Credo” : scegliendo infatti, tra le etimologie possibili, quella proposta da Benveniste: “atto di fiducia (in un dio) che implica una restituzione (sotto forma di favore divino accordato al fedele)” o ancore: “lat.credo: “confidare una cosa con la certezza di recuperarla”, la Kristeva può arrivare a proporre, tra il credere e il porsi in analisi, una similarità di processi:

“Non credo che i cattolici siano inanalizzabili, come affermava Lacan. Con un Credo come il loro, essi sono già all’inizio di un processo analitico. Non è forse vero che l’analisi comincia con un momento paragonabile alla fede – con l’amore transferenziale?. “Ho fiducia in te e aspetto un riscontro”

Vorrei concludere con un ricordo personale per la mia prima psicoanalista, la dottoressa Oria Fellini che alla terza o quarta seduto a un mio trafelato “Debbo studiare, debbo studiare…sono solo al quarto volume dell’opera di Freud” mi rispose: “No, tu non devi studiare niente!”…..”E perchè ?” risposi scettico

“Perchè ai tuoi pazienti gli devi voler bene !!”

Spero che questo piccolo scritto Le possa giungere come ringraziamento per aver avuto la fortuna di averla avuta come analista anche se per soli tre anni. Morì di cancro nell’83’. Quando gli amici più intimi Le chiesero una spiegazione disse che era perchè aveva fatto l’errore di non far figli e anche la sua enorme autorealizzazione non era sufficente a compensare quell’errore. Io Le ho sempre creduto.

Transfert uguale Amoreultima modifica: 2010-06-07T17:39:09+02:00da allan11
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